Cose sagge e meravigliose by Herriot James

Cose sagge e meravigliose by Herriot James

autore:Herriot James
La lingua: ita
Format: azw3, mobi, epub
editore: Rizzoli
pubblicato: 1978-03-09T23:00:00+00:00


CAPITOLO 27

Finalmente, stavamo andando alla Scuola di Pilotaggio. Si trovava a Windsor e non sembrava lontano sulla carta, ma fu un tipico viaggio del tempo di guerra, con innumerevoli fermate e cambiamenti di treni e attese interminabili. Continuò per tutta la notte e riuscimmo a dormire soltanto a intervalli. Io schiacciai un disturbato pisolino di un'ora disteso sul tavolo della sala d'aspetto di un'anonima stazioncina e, nonostante il duro giaciglio senza guanciale, tornai deliziosamente a Darrowby.

Stavo sobbalzando sul sentiero accidentato verso la fattoria Nether Lees, sostenendomi al volante che sussultava. Vedevo la casa sotto di me, con le stinte tegole rosse tra i rami degli alberi che la riparavano e, dietro gli edifici annessi, la collina cespugliosa saliva fino alla brughiera.

Lassù gli alberi erano stenti e radi e punteggiavano a grandi intervalli i ripidi pendii. Più in alto ancora non c'erano che ghiaioni e pareti rocciose, e, proprio in cima, come se mi facesse cenno nel sole, vedevo l'inizio della brughiera… liscia, ininterrotta e nuda.

Una cicatrice sulla vasta distesa di verde indicava il luogo ove molto tempo prima avevano estratto pietre per costruire le massicce fattorie, i muri robusti che hanno resistito al clima spietato per centinaia di anni. Quelle case e quei muri eterni sarebbero rimasti lì anche quando io me ne fossi andato e tutti mi avessero dimenticato.

Helen sì trovava con me sulla macchina. Ero contento quando mi accompagnava nei mìei giri, e, dopo la visita alla fattoria, ci arrampicavamo su per il pendio, ansimando nel profumo delle calde felci, in preda al consueto entusiasmo mentre ci stavamo avvicinando alla sommità.

Poi, eccoci in cima, di fronte all'ampia e libera brughiera, al vento pulito dello Yorkshire e alle ombre delle nubi che correvano sulla distesa verde e fulva. La mano di Helen era calda nella mia mentre vagabondavamo tra l'erica, tra verdi isolette brucate e tramutate in un tappeto di velluto dalle pecore. Ella alzò un dito mentre il verso solitario di un chiurlo risuonava contro quegli a razzi selvatici e lo stupore negli occhi di lei splendette attraverso le nere ciocche di capelli smosse dal vento sul suo viso.

Qualcuno che mi scrollava con dolcezza per la spalla mi riportò allo stato di veglia, ai sibili di vapore e allo scalpiccio degli scarponi. Sentii dura contro il fianco la superficie del tavolo e il collo irrigidito là ove aveva poggiato sullo zaino.

«Il treno è arrivato, Jim. » Un aviere mi stava guardando dall'alto. «Mi è spiaciuto svegliarti… sorridevi.»

Due ore dopo, sudati, con la barba lunga, mezzo addormentati, carichi di equipaggiamento, entrammo, strascicando i passi, nell'aeroporto di Windsor.

Seduti nella baracca di legno, ascoltammo distrattamente il discorsetto di benvenuto del caporale. Poi, a un tratto, le sue parole cominciarono a essere recepite. «Ricordate di portare sempre la piastrina di riconoscimento. Abbiamo avuto due bombardamenti aerei la settimana scorsa… due uomini sono bruciati in modo irriconoscibile, e nessuno di loro aveva La piastrina. Non sapevamo chi fossero. » Aprì le braccia, quasi in un gesto implorante. « Questo genere di cose ci costa parecchio lavoro, quindi ricordate quel che vi ho detto.



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